Dagli USA alla CAN PRO: Formazione d’Eccellenza per gli Arbitri Riminesi

Rimini, 30 Settembre 2025. Serata di altissimo spessore tecnico quella vissuta dagli associati della Sezione AIA di Rimini, riuniti per un appuntamento formativo che ha toccato temi cruciali per la crescita arbitrale: dal confronto internazionale all’analisi del delicato rapporto con la figura dell’Osservatore.


Un racconto da Boston: L’Erasmus Arbitrale di Alberto Valloni

Ad aprire i lavori è stato il collega Alberto Valloni, che ha trasportato la platea oltreoceano, raccontando la sua recente e straordinaria esperienza di “Erasmus arbitrale” a Boston.

Attraverso filmati suggestivi e aneddoti carichi di passione, Alberto ha condiviso le peculiarità del sistema arbitrale statunitense, le differenze culturali nell’approccio alla gara e, soprattutto, l’universalità del linguaggio del fair play. Un intervento che ha sottolineato come la passione per l’arbitraggio sia un potente motore di connessione e crescita personale, capace di superare confini geografici e metodologici.


Il Cuore della Riunione: Il Confronto Arbitro-Osservatore

Il focus della serata si è poi spostato su un pilastro fondamentale del percorso di ogni arbitro: il rapporto con l’Osservatore Arbitrale. A guidare la discussione, tre ospiti d’eccezione, tutti osservatori in forza alla CAN PRO: Fabrizio Babini, Andrea Marzaloni e Francesco Martinini.

Con la loro esperienza ai vertici del calcio professionistico, i tre relatori hanno moderato un dibattito intenso e costruttivo, incentrato su uno dei momenti più delicati e formativi della prestazione: il colloquio di fine gara.

Criticità e Opportunità del Colloquio

Babini, Marzaloni e Martinini hanno analizzato le dinamiche del colloquio, evidenziando come questo non debba essere vissuto dalla terna come un “processo”, né dall’osservatore come una mera “sentenza”. Le principali problematiche emerse, spesso legate alla tensione emotiva del post-gara, possono essere superate attraverso un approccio basato sulla trasparenza, l’oggettività e la costruttività.

È stato sottolineato come l’obiettivo primario dell’osservatore non sia giudicare l’errore, ma comprendere perché è avvenuto e fornire all’arbitro e agli assistenti gli strumenti corretti per prevenirlo in futuro. L’osservatore, quindi, agisce come un formatore e un mentore, la cui analisi è essenziale per l’affinamento tecnico e comportamentale.

Le Aspettative dei Visionati

Un ampio spazio è stato dedicato anche all’altro lato della medaglia: cosa si aspettano arbitri e assistenti dall’osservatore?

Dalla platea è emersa chiara l’esigenza di ricevere non solo una valutazione numerica, ma un’analisi dettagliata e motivata. I visionati cercano nell’osservatore una guida che sappia evidenziare tanto gli aspetti positivi (da consolidare) quanto le aree di miglioramento, utilizzando un linguaggio chiaro e finalizzato alla crescita. L’aspettativa è quella di un confronto onesto, che trasformi la visionatura da un esame a una reale opportunità di apprendimento.

L’interazione tra gli ospiti e i tanti giovani arbitri presenti in sala è stata vivace e proficua, a testimonianza di quanto l’argomento sia sentito e centrale nella vita associativa.

Una riunione tecnica che lascia un segno profondo, rafforzando la consapevolezza che solo attraverso il dialogo costante e la sinergia tra tutte le componenti – arbitri, assistenti e osservatori – si può costruire un percorso di eccellenza.